La riconversione degli impianti trasmittenti per il digitale terrestre, avrà avuto dei costi?
MAURIZIO GASPARRI: Certo abbiamo fatto la RAI più ricca….
(e diciamo noi, anche Mediaset !!!).
Digitale
terrestre sviluppo e prospettive
Un covegno
itinerante realizzato da ISIMM, Fondazione Bordoni, Ministero delle
Comunicazione e in collaborazione con i Corecom di Lazio, Campania e Sicilia.
Il digitale terrestre arriverà nel 2006,
dovremo aspettare quella data per avere maggiore pluralismo? In che senso,
risponde Gasparri? La RAI ad esempio, con Cattaneo non mi sembra offra molto pluralismo. Cattaneo guida la RAI alla
vittoria, replica Gasparri, e Lei è un fautore del conflitto d’interesse……
Il passaggio della televisione al digitale terrestre mette da una parte, gli utenti oggetto
di attenzione da parte dello Stato con gli
incentivi alle famiglie e dall’altro le imprese radiotelevisive che di
finanziamenti sostengono di non averne avuti per niente. Quest’ultime hanno
dovuto o dovranno sostenere gli investimenti necessari per la riconversione
degli impianti trasmittenti in vista
dell’entrata in vigore della Legge prevista per il 2006. Un battibecco
che va avanti da quasi 10 anni, ovvero da quando si parla di digitale.
Torna in discussione anche la
questione del conflitto d’interesse, fra la carica del Presidente del Consiglio
Berlusconi, in grado di controllare di fatti RAI e Mediaset, ovvero il grosso
del pubblico e privato. Tema questo, di grande interesse per l’opposizione,
preoccupata dall’eventualità che qualcuno possa approfittare del momento
delicato, per annientare completamente le altre voci libere e indipendenti.
Insomma dalla possibilità che Pesce grande mangia pesce piccolo. Di fatti
l’onere delle spese, per la riconversione degli impianti trasmittenti, potrebbe
risultare fatale per talune delle piccole imprese radiotelevisive, e
stranamente proprio quando il digitale potrebbe garantire loro maggiore pluralismo.
Al di là degli scopi filantropici di
offrire nuovi servizi al cittadino, aumentare la disponibilità dei canali a
fronte di una sempre scarsa disponibilità di frequenze, l’accesso anche della
pubblica amministrazione e degli enti locali
ai servizi multimediali, il digitale
terrestre impone anche la riconversione
degli impianti trasmittenti obsoleti che diventerebbero altrimenti ferro
vecchio.
Sempre i governi, a prescindere dal
loro colore politico, hanno aiutato le imprese in difficoltà. Ad esempio le
industrie siderurgiche o la FIAT quando doveva mettere in cassa integrazione
migliaia di operai. Questa volta però
appare quasi come se Berlusconi si fosse fatto una legge da solo, per
riconvertire i suoi impianti. Pena il crollo del suo mega impero, sotto la
pressione della TV satellitare e della television on web, quella che già da 5
anni esiste in America.
E’ per questo che i figli del cavaliere volevano vendere
Mediaset già alcuni anni fa?
Il satellite è da solo affidabile e
interattivo, i DBS sono presenti sul mercato mondiale da oltre 10 anni, e tutti
in Italia hanno la parabolica. Senza pensare che durante la crisi in Albania,
anche i nostri media, parlarono di come gli albanesi
seguissero i programmi RAI grazie al disco satellitare.
La RAI e Mediaset non possono gettare
via oltre 10 mila impianti ripetitori da ambo le parti. Peggio se pensiamo che
molti di questi sono ospitati in piccole accoglienti palazzine, parti
integranti di un patrimonio immobiliare. La situazione è identica per la
maggioranza delle emittenti pubbliche e private europee, a eccezione di
Germania e Olanda dove hanno il cavo.
C’è da dire che l’Europa, pur avendo
un programma spaziale di tutto rispetto, vedi i lanci a ripetizione dell’ Ariane Space, rischierebbe di vedere assoggettata la
libertà d’
Il digitale terrestre, l’ammodernamento
degli impianti trasmittenti è dunque necessario per non trovarsi con un pugno
di mosche in mano e allo stesso tempo per svincolarsi dalle regole imposte dal
mercato. Insomma più o meno, come
cambiarsi la macchina ogni due anni, altrimenti diventa troppo vecchia e non
trovi più aquirenti. L’ammodernamento del digitale
terrestre, mette al sicuro soprattutto le aziende di radiotelevisione.
Ci sarà però da vedere, se il mercato
e gli utenti reagirano favorevolmente all’acquisto del decoder terrestre,
quando il satellite va avanti da solo. Sono milioni le parabole in Italia, e un
numero sempre crescente di radio e tv proprio del nostro Paese, scelgono di
fittare un trasponder, che offre pressochè gli stessi servizi del terrestre.
Altro punto dalla prospettiva del
consumatore, è che in una fase di
economia stagnante, dove tutti hanno già il telefonino, tutti il computer,
tutti i televisore, la lavatrice e il frigorifero, il
governo ha pensato a un nuovo
“elettrodomestico” per aiutare l’industria del settore, prevedendo
ricadute in campo occupazionale.
Visto che il nostro parere sui
vantaggi del digitale terrestre lascia alcuni dubbi
sentiamo cosa ne pensano gli esperti. Nei giorni appena trascorsi l’Istituto
per lo studio dell’Innovazione nei media e per la Multimedialità ISIMM, la
Fondazione Bordoni e i Corecom di Lazio, Campania e Sicilia, hanno promosso un
convegno itinerante sull’argomento.
Sentiamo innanzitutto il presidente dell’ISIMM Enrico Manca
sulla presentazione di un vademecum sul digitale terrestre.
Il
Presidente dell’ISIMM Enrico MAnca
Invece da parte sua il Ministro Gasparri (nella foto), ai
nostri microfoni, difende la posizione del governo e gli incentivi alle
famiglie per l’acquisto del decoder.
Passiamo all’opposizione, sentiamo
l’ex ministro delle Comunicazioni Vincenzo
Vita oggi Assessore alla Cultura della Provincia di Roma, uno che la legge sul digitale terrestre l’aveva anticipata nella precedente
legislatura, ma che non sembra contento di come sia stata poi attuata.
Dalle prime pagine dei giornali,
l’accusa di strumentalizzare l’importanza del digitale
terrestre subordinata all’impiego nel campo della protezione civile, sentiamo
il prof. Angelo Gallippi presidente
del Corecom Lazio.
ASCOLTA IL
PROF.ANGELO GALLIPPI
Oggi ci stiamo occupando del passaggio
della televisione al digitale terrestre, con una serie
di interviste raccolte nei giorni scorsi
ad u convegno itinerante promosso
dell’’Istituto per lo studio dell’Innovazione nei media e per la
Multimedialità ISIMM, la Fondazione Bordoni e i Corecom di Lazio, Campania e
Sicilia.
Passiamo al Presidente del Corecom Campania Samuele Ciambriello.
(nella foto a destra
vicino al Castello)
ASCOLTA IL DOTT.
SAMUELE CIAMBRIELLO
E ora le associazioni di categoria Antonio Diomede, del REA rappresenta legalmente quasi 400 imprese
radiotelevisive che accusano il Ministero delle Comunicazioni di non essere
stati convocati nei preliminari per la redazione della Legge sul digitale
terrestre e che lamentano scarse risorse e aiuti del governo per riconvertire
gli impianti.
ASCOLTA L’AVV.
ANTONIO DIOMEDE
Passiamo a Marco Rossignoli (qui sotto nella foto) Presidente dell’AER ANTI
Corallo, tre associazioni in uno che rappresentano almeno 500
radio e tv locali italiane sulle provvidenze alle radio e al digitale.
ASCOLTA IL DOTT.
MARCO ROSSIGNOLI
Adesso sentiamo invece chi è al di
sopra delle parti, un organismo di relativa recente costituzione, l’Autorità
per le Telecomunicazioni con Giuseppe
Sangiorgi.
ASCOLTA IL DOTT.
GIUSEPPE SANGIORGI
Note per ascoltare i files:
Disporre una
cartella nuova sul proprio disco rigido;
cliccare col tasto destro del mouse sui collegamenti dei files mp3 sopra
riportati e e salvarli nella cartella già predisposta sul disco rigido; aprire
i file con winamp, realone, o altro software simile.