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Convegno FEDERCOMIN - ASASPAZIO - SAT
EXPO Space Economy Dallo spazio alla terra: l’uso dei satelliti per la competitività del Sistema Italia Roma, 25 maggio 2004 Paolo Dalla Chiara
– presidente di SAT Expo Per essere in grado
di sostenersi, l’economia che genera investimenti nel settore spaziale
deve arrivare al mercato. SAT Expo è, a suo
modo, un esempio emblematico. Qualsiasi fiera nasce in risposta a una
domanda di mercato, nel nostro caso si tratta delle telecomunicazioni
via satellite: un’avventura iniziata assieme ad Eutelsat e pochi altri, che
riguardava in particolare la TV via satellite, allora agli albori. SAT Expo ha oggi
l’opportunità di fare il consuntivo di più di dieci anni di attività, impegnati
a esplorare la domanda e a trasformare le esigenze di servizi e di
collegamenti via satellite in opportunità per gli operatori. In questo mercato
abbiamo assistito all’abbassamento della soglia di accesso alle tecnologie, le
abbiamo presentate, sia con momenti espositivi che convegnistici,
contribuendo perciò a generare un ciclo economico ampio e ancora in crescita. Il business della TV
via satellite si è rivelato quello che più di tutti è stato in grado di generare
una fortissima domanda dal basso e di determinare una solida crescita in
tutti i segmenti della propria filiera: dall’industria dei satelliti e dei lanciatori,
quindi le tecnologie avanzate che hanno generato e generano altra innovazione,
alla produzione editoriale, quindi ampliamento dell’offerta di contenuti e, in
ultima analisi, crescita culturale; dall’elettronica di consumo ai servizi, fino alle
ricadute sulle impese artigiane ed i tecnici installatori. Tutto ciò è il
frutto di un sistema che ha trovato e trova risorse e punti di forza, sia pure a fatica,
solo all’interno del proprio mercato, senza alcun contributo o incentivo di sorta. Quando SAT Expo ha
aperto i battenti, la TV satellitare era analogica. Il satellite
comprendeva già i servizi di trasmissione dati, realizzati con apparati costosi e
accessibili praticamente solo alla grande impresa. Nel 1996 è arrivata la TV digitale e
abbiamo visto comunque un aumento della domanda per la capacità di
trasmissione per TV e dati. Oggi anche la trasmissione dati bidirezionale a
banda larga via sat si appresta a varcare la soglia del prodotto consumer ed è,
sicuramente, già accessibile ad ogni piccola e media impresa. Prova ne sia il
fatto che l’anno scorso Eutelsat ha impiantato a Torino la più grande hub europea
per questo tipo di servizi, Skylogic Italia, che offre terminali dati
satellitari al costo di una fotocopiatrice. Grazie al satellite il servizio è
accessibile ovunque e, soprattutto, sono accessibili i prezzi. A ruota un servizio analogo
è stato inaugurato da Telespazio: sembra dunque essere questa la nuova
frontiera delle telecomunicazioni via satellite. Nel cassetto lo
spazio ha ancora molto, dall’osservazione della Terra alla navigazione. ASA Spazio nasce con
l’intento di dare al settore una prospettiva in cui esso sia, ancora, in
grado di sostenersi. E questa è anche la ragione dell’azione comune di ASA Spazio
da una parte e di SAT Expo dall’altra : sfruttando tutte le possibili
sinergie. Per moltissime
applicazioni spaziali un fattore determinante sarà l’interesse del settore pubblico,
non già per ottenere scampoli di finanziamenti da un bilancio sempre più
ristretto, quanto per tornare a sensibilizzare il settore pubblico quale primo
destinatario dei prodotti e dei servizi spaziali. Guardiamo quindi al pubblico nella sua
veste di attore di mercato, in qualità di generatore di domanda di
innovazione e quindi di servizi a grande valore aggiunto, come quelli spaziali. Per innescare una
crescita reale delle nuove applicazioni, in grado di ampliare e sostenere la Space
Economy italiana, basta che finalmente il settore pubblico si accorga
dell’efficienza che tali servizi possono dare alla nostra P.A. Convegno FEDERCOMIN ASASPAZIO SATEXPO Space economy “Dallo spazio alla
terra: l’uso dei satelliti per la competitività del
Sistema Italia” Roma, 25 maggio 2004
(ore 9,30) Ministero Attività
Produttive Alberto Tripi Presidente Federcomin Desidero ringraziare
il Ministro Marzano sia per la sua presenza al nostro Convegno, promosso
da Federcomin, Asaspazio e SAT Expo, sia per l’ospitalità
offertaci. Ringrazio i numerosi
altri ospiti per il contributo che arricchirà il dibattito sul tema della Space
economy e il giornalista Giovanni Caprara nella sua veste di moderatore. Come ha detto il
presidente Ciavoli Cortelli, la costituzione di ASASpazio rappresenta un atto
importante perché la nuova Associazione, che riunisce le maggiori imprese
operanti nello sviluppo dei servizi e delle applicazioni basate sulle
tecnologie spaziali, contribuirà alla valorizzazione delle imprese italiane
legate allo spazio e alla definizione di una politica industriale di un settore che
svolgerà un ruolo di importanza crescente nel settore delle
comunicazioni e dell’innovazione tecnologica. Secondo dati di Euroconsult,
il mercato spaziale mondiale ha raggiunto nel 2003 un valore
complessivo di circa 88 miliardi di dollari. Ma nonostante le
prospettive di sviluppo tecnologico, il settore attraversa una fase molto delicata:
diminuzione, nel 2003 a livello europeo, di oltre l’11% del mercato, contrazione
di occupati pari al 4,3%. Non è quindi
sorprendente che le nostre più importanti industrie spaziali abbiano dovuto
avviare programmi di risanamento e di riduzione di personale. Manca ancora in
Italia una politica e una programmazione che consenta di pianificare gli
investimenti che in questo settore richiedono una visione di medio - lungo
termine. 3 Il settore spaziale
è certamente un asset strategico sia per il “Sistema Italia” sia per il “Sistema
Europa”. Questo ha un “costo di sistema” che implica l’individuazione di
modelli differenti da quelli ”tradizionali” per misurare il ritorno degli
investimenti. I dati economici
relativi al settore spaziale mostrano che, a livello mondiale, gli investimenti
pubblici rappresentano la parte largamente preponderante del finanziamento delle
attività spaziali. Per questo motivo le istituzioni civili, e segnatamente le
Agenzie Spaziali, rappresentano un elemento senza il quale in Europa, ed in
particolare in Italia, è difficile “fare spazio”. Secondo le
previsioni, per il prossimo triennio, anche nell’ipotesi di recupero del pregresso in
termini di investimento, la situazione complessiva non consente ottimismo circa la possibilità
di nuove iniziative. Questa è una
situazione critica per l’intero sistema spaziale italiano (istituzionale,
scientifico ed industriale), che dovrebbe attivarsi affinché le risorse che il Paese
dedica alle attività spaziali siano adeguate e creino positive ricadute a
carattere sociale, di sicurezza, di difesa e di miglioramento della qualità della
vita. * * * Ciò che oggi
vogliamo sottolineare verso chi si preoccupa di innovare e di guidare il Sistema -
Italia è la ricaduta positiva e il ruolo trasversale che le attività delle
industrie dello spazio giocano nell’economia e nello sviluppo della Società. Lo spazio
rappresenta una dimensione con caratteristiche uniche, e può essere messo al
servizio di numerosi obiettivi e di molte politiche. Oggi quella spaziale
è una tecnologia matura. 4 L’Italia ha in
questo settore una tradizione di esperienze e di successi che possono essere messi
al servizio della crescita dell’economia e di tutta la società: le
comunicazioni, l’ambiente, i trasporti, le attività produttive, la scuola, la qualità
stessa della vita trovano un’infinità di risposte e di strumenti innovativi nello
sviluppo delle attività spaziali. E’ questa la sfida
che dobbiamo portare avanti per far capire a tutti che parlare di satelliti
vuol dire parlare di cose concrete e di problemi che fanno parte di un futuro
che ormai è entrato nella nostra vita quotidiana. Di questo futuro le
imprese sono gli attori principali. E lo sono come
attori che soffrono la criticità della più lunga stagnazione del dopoguerra, ma che
non aspettano provvidenze miracolistiche. Il vero problema,
infatti, di questo settore non è rappresentato da un’irreale esplosione di
incentivi e di contributi a pioggia, ma da una decisa riqualificazione della
spesa pubblica che sia capace di ridare fiato agli investimenti. Chiediamo un salto
di qualità nelle politiche perseguite fino ad oggi, che consentano ai molti
rami della Pubblica Amministrazione di diventare finalmente utenti
delle infinite applicazioni e dei servizi che l’industria dello spazio può offrire
al Paese. E’ importante
individuare una “catena del valore” che leghi l’attività delle imprese a un mercato
che sa indicare e fare proprie, attraverso nuove opportunità, le
risorse di eccellenza e di competenza di questo comparto industriale. 5 Se vogliamo restare
nel novero delle potenze industriali e se vogliamo consentire
all’innovazione di “fare sistema” dentro la realtà industriale del Paese, dobbiamo
difendere a tutti i costi questa che è una delle principali soglie di
avanguardia tecnologica. E lo dobbiamo fare
con un’ottica e una partecipazione sempre più efficace, ai programmi europei. Oggi gli USA
costituiscono il principale attore sulla scena globale, sia in termini di domanda istituzionale
interna (da sola rappresenta oltre il 60% della domanda
mondiale, esclusi i servizi) sia in termini di offerta (le principali aziende USA coprono
oltre il 50% del mercato industriale). L’Europa è partita
in ritardo, recuperando solo in parte il gap. L’Europa ha
sviluppato le sue capacità su due piani paralleli, quello nazionale,
determinando sia una pluralità di soggetti promotori (Agenzie Nazionali) che di attori
industriali, e quello continentale, favorendo lo sviluppo dei grandi
programmi infrastrutturali intorno all’Agenzia Spaziale Europea. La definizione
dell’assetto istituzionale dello spazio europeo troverà certamente una
spinta con il previsto inserimento dello Spazio tra le materie dei trattati
Europei, nell’ambito della Convenzione in fase di formulazione, e di conseguenza con
il nuovo ruolo che assumerà la UE quale soggetto politico in campo
spaziale nei diversi settori di applicazione. L’ambito spaziale
europeo appare caratterizzato, da un punto di vista istituzionale, da
una fase di transizione che riguarda la responsabilità della politica spaziale
europea, prima di fatto formulata autonomamente da ESA, 6 ed oggi con un ruolo
crescente, se non addirittura preminente, della Commissione. In conclusione,
vorrei richiamare il ruolo che in questo scenario può svolgere l’Agenzia Spaziale
Italiana. Dall’Agenzia
Spaziale Italiana (ASI) dipendono lo stato di salute del nostro sistema
spaziale, la sua possibilità di presenza in ambito europeo ed internazionale, e
la possibilità di tenere in attività la massa critica di risorse ad
elevatissima specializzazione del settore. Riqualificazione
della domanda, difesa dell’eccellenza tecnologica, partecipazione alla
politica europea, nuovo ruolo dell’Agenzia Spaziale: sono questi i caposaldi di
una strategia competitiva. In questa strategia
– che chiama in causa investimenti significativi – giocano una parte decisiva
sia le grandi imprese che le piccole e medie aziende, dove ancora
sopravvivono nicchie di elevata competenza. “Fare rete” e
“fare sistema”: tra tutte queste realtà è l’unica strada per “fare spazio”, per portare nella
Società che cambia quel tasso di innovazione che distingue un Paese
moderno da un Paese in declino. Le imprese italiane,
con la costituzione di un’Associazione di categoria che raccoglie i
principali operatori del settore, dimostrano la loro volontà nel fare sistema e nel
cercare in tutti i modi di risollevare questo mercato in Italia. E non vogliamo
essere un Paese in declino! |