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L’ITALIA PERDE DI COMPETITIVITA’
DAL 25° POSTO NEL 2003, PRECIPITA 45° POSTO
NELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
---------E' Singapore a detenere
il primato nella classifica della diffusione dell'innovazione tecnologica nel
mondo, seguito dagli Stati Uniti al quinto posto. L'Italia che nel 2003 era al ventottesimo posto, scivola al
quarantacinquesimo posto rispetto a 104 Paesi in esame. Lo riporta Global
Information Technology Report, l'indagine globale
sull'Ict (Information and communications technology) edizione 2004-2005, che
per la quarta volta è stata elaborata nell'ambito del World Economic Forum.
Islanda, Finlandia, Danimarca e Svezia giungono rispettivamente al secondo terzo quarto e sesto posto (mentre la Norvegia
detiene un più che positivo tredicesimo posto). Il peggioramento della
performance dell'Italia viene attribuito quali
possibili cause, a un ambiente
regolatorio ''ingombrante'', l'infrastruttura per l'Ict relativamente povera e
altre carenze quali quelle riscontrate nel sistema educativo e la scarsa
collaborazione tra industria e università.
I
Paesi del nord Europa, Svezia, Finlandia e Danimarca, in generale hanno registrato una penetrazione
consistente delle tecnologie: governi, comunità d'affari e cittadini sono
entusiastici fruitori dell'Ict. La Svizzera (al nono
posto), il Regno Unito (al dodicesimo), la Germania
(al quattordicesimo), i Paesi Bassi (al sedicesimo), l'Austria (diciannovesimo)
e la Francia (al ventesimo), sono tutti
tra i venti al top. Tra i nuovi membri dell'Unione Europea, l'Estonia figura
come portabandiera dell'ict posizionandosi al
venticinquesimo posto.
RASSEGNA STAMPA
REPUBBLICA DEL 9.3.05
Per il World Economic Forum pesano
l'eccessiva burocrazia
e gli scarsissimi investimenti in nuove tecnologie
Ict, nella classifica annuale Wef l'Italia
precipita al 45° posto
Perse 17 posizioni
dall'anno scorso. Unici campi di eccellenza l'uso dei
telefonini e i siti delle amministrazioni pubbliche
Secondo la classifica del Wef l'Italia
eccelle solo nell'uso dei cellulari nel campo dell'Itc
GINEVRA - L'Italia perde 17 posizioni nella classifica
annuale del World Economic Forum (Wef) sulle capacità di sviluppo e utilizzo delle
nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Ict): se l'anno
scorso era ventottesima, quest'anno si è ritrovata quarantacinquesima su 104
Paesi.
L'Italia è preceduta da tutte le grandi nazioni
industrializzate, scavalcata da paesi in via di sviluppo come la Tunisia o il
Sudafrica, e precede di una manciata di posti stati
come la Giamaica e il Botswana. Sul punteggio pesano soprattutto i laccioli
della burocrazia e la mancanza di investimenti in
ricerca, così che nemmeno il terzo posto al mondo per numero di telefonini e il
ventisettesimo per la qualità dei siti Internet delle amministrazioni pubbliche
riescono a risollevare la situazione.
In vetta alla graduatoria - resa nota oggi a Ginevra dal Wef -
è per la prima volta Singapore, che scalza gli Usa, seguito dai paesi nordici
con Islanda, Finlandia, Danimarca e Svezia rispettivamente al
secondo, terzo, quarto e sesto posto. La Norvegia occupa un
"rispettabile" tredicesimo posto. Quinti sono gli Stati Uniti.
Ma mentre la discesa americana di cinque
gradini è in primo luogo dovuta ai buoni risultati degli altri Paesi in
competizione - afferma il Wef - l'Italia mostra tutti i segni di un
arretramento nel settore delle Ict. "Un
ingombrante clima regolatorio, un'infrastruttura relativamente povera e carenze in aree quali la qualità del sistema scolastico, i
bassi livelli di collaborazione tra settore industriale e accademico, sono tra
i principali fattori" che spiegano lo scivolone italiano nella graduatoria
del Global Information Technology Report
2004-2005, afferma il Wef.
Il peggiore voto - addirittura 103 su 104 - l'Italia lo
ottiene per il "fardello amministrativo" (mentre Singapore è prima).
Pessimo il punteggio del nostro paese anche per la "qualità delle
istituzioni di ricerca scientifica" (79, mentre Singapore è tredicesima),
per gli investimenti nella ricerca e lo sviluppo (78) e per la priorità data
alle Ict dal governo.
Gli italiani - nella classifica compilata in
base a dati raccolti presso più fonti - ottengono però un ottimo
punteggio per l'uso dei cellulari: al capitolo quota di utenti di telefonini,
l'Italia è terza in graduatoria (Singapore è solo quindicesima). Il Belpaese è
in buona posizione anche per la quota di utenti della
telefonia fissa (9) e per i telefoni pubblici (6).
Per la diffusione di Internet,
l'Italia è ventunesima per numero di utenti. Discreti i servizi online del
governo (27).
Oltre ai Paesi nordici e agli Stati Uniti, i vertici della
classifica sono occupati da Hong Kong (7), Giappone (8), Svizzera (9) e Canada
(10). Buona la posizione della maggioranza dei Paesi europei
che - con Regno Unito (12), Germania (14), Paesi Bassi (16), Lussemburgo (17),
Austria (19) e Francia (20) - sono ben 12 tra i primi venti in classifica.
Per il Wef, nessun continente al mondo evidenzia più "eloquentemente"
dell'Europa "le sinergie positive tra la
diffusione delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni da una
parte e l'aumento dei livelli di prosperità dall'altra".
Per questo, "si può solo applaudire ai tentativi di dare
nuova vita alla Strategia di Lisbona per far dell'Europa l'economia più
competitiva del mondo. L'obiettivo, che probabilmente non potrà essere
conseguito nel 2010, rimane pertinente e raggiungibile" secondo Augusto
Lopez-Claros, Direttore del Programma di Competitività Globale
al World economic forum.
Giunto alla quarta edizione, The Global Information Technology
Report si fonda su un'analisi empirica di dati provenienti da fonti
riconosciute quali la Banca mondiale o l'Unione internazionale delle
telecomunicazioni.
(9 marzo 2005)
Il giorno del 9.3.05
Il Global
Information Technology Report edizione 2004-2005
Ict, a Singapore il primato della diffusione
Italia 45esima. Le cause: ambiente regolatorio ''ingombrante'', infrastruttura
relativamente povera, carenze nel sistema educativo
Roma, 9 mar. (Adnkronos) - E' Singapore a detenere il primato nella classifica
della diffusione dell'innovazione tecnologica nel mondo, con i Paesi del Nord
che seguono a ruota e gli Stati Uniti che si devono 'accontentare' del quinto
posto. L'Italia perde posizioni rispetto al 2003 scivolando dal ventottesimo al
quarantacinquesimo posto sulle 104 economie in esame. E' quanto emerge dal Global Information
Technology Report, l'indagine globale sull'Ict (
Information and communications technology)
edizione 2004-2005, che per la quarta volta è stata elaborata
nell'ambito del World Economic Forum. Islanda, Finlandia, Danimarca e Svezia
giungono rispettivamente al secondo terzo quarto e
sesto posto (mentre la Norvegia detiene un più che positivo tredicesimo posto).
L'Islanda in particolare balza tra i top performers scalando le posizioni dalla
decima del 2003 alla seconda conquistata nel 2004. Viceversa è emerso un netto
peggioramento della performance dell'Italia che è passata dal ventottesimo al
quarantacinquesimo posto in classifica. Tra le possibili cause, il rapporto
cita un ambiente regolatorio ''ingombrante'', l'infrastruttura per l'Ict
relativamente povera e altre carenze quali quelle
riscontrate nel sistema educativo e la scarsa collaborazione tra industria e
università. I Paesi del nord Europa in generale hanno registrato una
penetrazione consistente delle tecnologie: governi, comunità d'affari e
cittadini sono entusiastici fruitori -si legge nel rapporto
diffuso oggi da Ginevra- dell'Ict: Svezia, Finlandia e Danimarca in particolare
sorpassano di molto alcuni dei più grandi Paesi europei anche grazie alla
cornice regolatoria, sottolinea il rapporto, che ha permesso la crescita. Altri
paesi europei detengono buoni posti in classifica come la Svizzera (al nono
posto), il Regno Unito (al dodicesimo), la Germania
(al quattordicesimo), i Paesi Bassi (al sedicesimo), l'Austria (diciannovesimo)
e la Francia (al ventesimo), essendo tutti tra i venti al top. Tra i nuovi
membri dell'Unione Europea, l'Estonia figura come portabandiera dell'ict posizionandosi al venticinquesimo posto.
09-MAR-05
12:46
dal sito del Ministero per
l’Innovazione
Report del World
Economic Forum sulla diffusione dell'ICT nel mondo
ICT: STANCA, "GROSSE E FONDATE PERPLESSITÀ
SU METODOLOGIA E PARAMETRI DELL'INDAGINE"
Il ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, è molto perplesso sui risultati, ma anche sul metodo di
indagine alla base del Report del World Economic Forum sulla diffusione
dell'ICT nel mondo. "Ho grosse e fondate
perplessità sui risultati ed in particolare sulla circostanza che in un anno
solo l'Italia possa essere retrocessa dal 28° al 45° posto. È
davvero difficile comprendere come ciò possa accadere. Inoltre,
approfondendo la metodologia usata da World Economic Forum le perplessità non
solo aumentano ma vengono confermate e motivate perché",
ha infatti detto il ministro Stanca, "queste classifiche non sono fatte
su parametri numerici a disposizione, come la percentuale di popolazione che
usa Internet, il numero di telefonini per abitante, l'estensione della larga
banda, ma sono frutto di una metodologia basata su interviste, cioè su opinioni
e su percezioni espresse da chi non si sa".
A sostegno delle proprie perplessità il
ministro per l'Innovazione e le Tecnologie ha preso il
caso della Giordania. "Con tutto il rispetto che ho per questo Paese,
trovo paradossale che si collochi addirittura davanti all'Italia. Sono stato diverse volte in Giordania e conosco la diffusione
dell'ICT in quel Paese. Anzi, siamo noi che stiamo assistendo il Governo di Amman nell'utilizzare queste tecnologie", ha
proseguito, "e so perfettamente che lo stato di utilizzo delle
tecnologie digitali in Giordania in termini di tempo è più indietro di 15 anni
rispetto all'Italia". "Questo, quindi, mi conferma ancora di
più che questa classifica lascia il tempo che trova", ha concluso Stanca.
Roma, 9 marzo 2005
Dichiarazione alla stampa a cura dell'Ufficio Stampa
del Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie
Comunicato stampa originale
Global Information Technology
Report Shows I.T. Becoming a “Powerful Tool In The Fight Against Poverty” In
Developing Countries
Index shows United States tops IT
rankings – three Scandinavian countries in the top five
“The use and application of ICT remain one of the most powerful engines for
economic growth. ICT also continues to be the best hope for developing
countries to accelerate the development process. More than ever, we must all
intensify our efforts to enable individuals, businesses and governments to
benefit more fully from the use and application of ICT,” said Professor Klaus
Schwab, Founder and Executive Chairman of the World Economic Forum.
Under the theme “Towards a More Equitable Society,” The Global Information
Technology Report is released at a time when ICT is widely recognized as a
key driver of the process of economic and social growth of both industrialized
and emerging economies. More importantly, ICT continues to provide considerable
prospects in the development process of less-developed countries. Therefore, in
keeping with the theme, special efforts were made to increase the coverage this
year to include 20 more developing countries, mainly from sub-Saharan Africa.
“It used to be a common view that information technology and poverty reduction
were at the two opposite ends of the spectrum of development policies. This
year’s Global Information Technology Report shows that not only have
some of the less developed economies started to take advantage of the ICT
revolution, but also that networked readiness can be a very powerful tool to
fight poverty,” said Bruno Lanvin, Programme Manager of infoDev at the World
Bank.
The Networked Readiness Index examines the readiness of economies according to
three dimensions: the general macroeconomic and regulatory environment
for ICT, the readiness of the three key stakeholders - individuals,
businesses and governments -to use and benefit from ICT, and their current
usage of ICT.
Soumitra Dutta, Professor of Business and Technology at INSEAD, explained: “The
Index is designed to assess the success of economies in terms of ICT
development and usage and thereby provide a unique and valuable benchmarking
tool for policy-makers, business leaders and other stakeholders in society to
determine a nation’s strengths and weaknesses with respect to ICT and to evaluate
its progress on a continual basis.”