Natale in Casa Welby
Fare il giornalista ti
porta a entrare in contatto con le persone dal credo
politico e religioso dalle idee più disparate e esposti dunque a vari tipi di
“contaminazioni”.
Molto tempo fa
cominciando a lavorare per la radio tedesca intervistai
parallelamente il parroco della comunità
cattolica di lingua tedesca e il pastore della comunità luterana. Era per me il
primo confronto fra due modi diversi di pensare. Più tardi avrei
conosciuto gli avventisti, più tardi ancora in Estremo Oriente buddisti,
presbiteriani etc. Qui da noi invece tanti rispettabilissimi atei anch’essi con
idee molto chiare. Le mie esperienze di vita poche ma significative
e intense, che mi hanno portato a riflettere
su temi abbastanza seri, nonostante personalmente non mi ritenga del tutto
serio.
Innanzitutto la perdita di mia madre quando avevo 25 anni, mi trovava già con
le idee abbastanza chiare sul senso della vita, ma poi ci furono altri
eventi negativi di cui vi parlerò più avanti.
Avevo già letto la
Bibbiaa, e avevo già la convinzione che tutta la nostra cultura fosse legata a quel libro. La letteratura, ad
esempio Dante, ha preso spunto da quello, e tanti altri scrittori che ne hanno
seguito. Le scritture erano non solo un riferimento
religioso ma soprattutto di cultura assai sorprendente. Tutta la nostra
tradizione, lo sono convinto, ha preso e prende spunto da quello. Mi
affascinava ad esempio il confronto con testi di lingue diverse, oppure gli
originali in greco e latino, o addirittura che illustri scrittori come Leopardi
e Quasimodo, Wiesel, si fossero interessati ad esse, o
i numerosi riferimenti all’archeologia. Ma anche e soprattutto i riferimenti e
l’ispirazione nell’arte, quadri come Giuditta e
Oleoferne, la Cappella Sistina, il Nabucco di Verdi, tutte opere ispirate dalle
Scritture.
All’interno delle
scritture ci sono spesso delle risposte non tanto per
chi è religioso ma per chi non lo è. Delle risposte quasi
scientifiche, degli imperativi a cui bisogna attenersi. Se non lo si vuol fare in quanto religiosi ci si deve attenere per
un poco di buon senso. Gli imperativi, e qui sta il problema sono però
destinati ai religiosi….? Perché Cristo
dice, non date le perle ai porci? Vale
la pena di parlare in modo esplicito di argomenti
talmente ricchi, delicati, preziosi a chi può farci una risata in faccia?
Se questo può servire a salvare una vita, probabilmente si,
vale la pena.
Avevo 13-14 anni quando
persi il mio amico Claudio col quale facevo un giornalino seppur a distanza.
Rimasi talmente segnato che non ne avete idea.
Quel giorno quando sua
moglie me lo disse al telefono feci una camminata lunghissima e disperata,
attraversai tutto il centro e poi il lungomare di Napoli, ma c’era il sole e il
mare blu nonostante fossimo in settembre. Claudio aveva il cancro, la moglie
sapeva ma non glielo aveva mai detto, nemmeno a me ovviamente, e mi spiegò
tutto dopo, si era spento improvvisamente sotto una crisi respiratoria… Da
allora non sentii più Angela non ne ebbi più il
coraggio.
”Quando una madre partorisce è nel dolore, ma dimentica subito tutto quando
riceve accanto suo figlio, perché è nato un uomo……”
Sono parole di Gesù.
Accidenti c’è qualcuno che soffre di depressione post-parto! Ma
l’esempio è sempre valido.
E’ la spiegazione del dolore data 2000 anni fa, ancora attuale.
Scienziati, medici,
studiano scrutano il corpo umano ma non sanno ancora dire con esattezza cos’è
la vita, da dove comincia e dove finisce. Secondo il loro credo
una teoria dovrebbe poter essere ripetuta in laboratorio… e allora? La
vita comincia con il dolore ed è un dato certo. Leopardi diceva che il dolore e
la sofferenza sono dati certi della nostra esistenza. Se attraverso il dolore c’è la vita, significa che non solo
la vita deve essere tutelata, ma anche il dolore e la sofferenza. Non sappiamo ancora con certezza a cosa il dolore possa
portare….
Già ma Welby non stava
partorendo….
I nostri scienziati non
sanno nemmeno esattamente cosa significhi una nascita…..(figuriamoci
non sanno nemmeno guarire un raffreddore…).
Io sono convinto che se
il dolore può dare un risultato come la nascita di un uomo, significa che
dolore è trasformazione. Sappiamo ad
esempio che si ha la febbre per una infezione ma anche quando l’organismo sta reagendo.
Anche l’estremo trapasso potrebbe essere trasformazione, ma nel frattempo
dobbiamo tutelare il dolore a oltranza, addirittura
ACCANENDOCI, perché se abbiamo dolore siamo IN VITA.
Mandami o Dio ogni
sofferenza diceva Jacopone da Todi…..
Non Uccidere è un
Comandamento di Nostro Signore, c’è anche non rubare, non invidiare… sono cose
per gente di fede…..
Ma perché:
“Quando una madre
partorisce è nel dolore, ma dimentica subito tutto quando riceve accanto suo figlio, perché è nato un uomo……”
Se avete dei figli sapete esattamente la vita che i bambini
rappresentano.
Se siete donne, e avete avuto i dolori del parto potete
capire quello che il Cristo ci ha detto.
Mia madre morì all’improvviso
per una cosa stupidissima, era ammalata di cuore e si
beccò l’influenza, l’anno dopo cominciarono le campagne dell’antinfluenzale per
i cardiopatici….! Quella sera avevamo entrambi la stessa malattia, tanto che
pensai che stessi per fare una brutta fine anche io. Tenni
per mano mia madre tutta la sera, io
superai quella notte, lei no.
Giusto un anno fa a una bambina che conosco è morto il papà per un male
improvviso, un ragazzone grande, grosso e forte di 41 anni! Perché?
Ci conoscevamo da un anno, non avevamo un’amicizia approfondita, ma era un
ragazzo pieno di vita.
Quando ero fuori in
Estremo Oriente, mio Padre decise di prendersi un bel carcinoma a entrambi reni, rarissimo! Quando venni per le ferie lo trovai con tre flebo e ridotto pelle e ossa. Quando
ripresi servizio, a 8500 km ad Est, e 21 ore di volo
più in là, mi sarei battuto con la testa nella parete per averlo lasciato da
solo. Bussai subito la porta a un amico per non
trascorre quei momenti da solo e superai quella esperienza.
Papà invece un po più testardo di me ha superato da solo quel momento, fu
operato a Firenze e gli salvarono entrambi i reni. Ancora viene
classificato fra i terminali, ma forse siamo tutti terminali….
Tanto che dal ’94 campa
ancora (si dice a Napoli fresco e tosto!).
Due anni fa venne ricoverato per una piccola emorragia, i medici
dell’Università lo analizzarono quasi come fosse un fenomeno paranormale
(ricordate Sordi?), non avevano mai visto, presumo una urostomia bilaterale, o
perlomeno uno che campasse così a lungo in una situazione simile, in piena
autonomia e autosufficiente. Se avessero potuto gli
avrebbero fatto subito un’autopsia: cavolo! Non si può! È ancora vivo!
Ho visto la sofferenza
e il dolore sfiorarmi, e questo mi ha posto degli interrogativi inquietanti.
Sotto questo profilo non ci sono dubbi, soltanto chi ha il dolore può sapere quello che si
prova. Personalmente finora ho sempre
vissuto una vita priva di malattie significative,
agiatezza, quasi spensieratezza, qualche problema economico, una infanzia e una
gioventù non del tutto spensierata. Ho sempre pensato, non sono io che sto
vivendo queste situazioni ma gli altri. Se dovessi viverle in prima persona ragionerei forse diversamente.
Mi sono dato però
ugualmente delle risposte, delle spiegazioni.
Il dolore è vita.
Lo Stato non deve autorizzare alcuna legge per l’eutanasia, esiste
già il suicidio.
Quello è ampiamente
rappresentato nella nostra giurisprudenza. Sono rimasto molto imbarazzato
quando i miei amici olandesi lo hanno fatto. Eppure dovrebbero ricordare che
alcuni anni fa un signore coi baffetti autorizzò
l’eliminazioni di handicappati e storpi….
Da un paio d’anni un
caso in famiglia, il papà di mia cognata vive
intubato, esattamente come Welby, ho detto queste parole alla moglie.
Ho detto queste parole
in una e-mail a Welby, non mi ha ascoltato.
A mia figlia ho parlato
della creazione. Dio prese della terra, formò Adamo,
vi soffiò dentro e questo divenne un anima vivente. Quando
si muore Dio ritira quel soffio. Un giorno Dio soffierà nuovamente in quella
polvere e così vivremo una nuova vita. Sempre con un soffio, Dio al suo ritorno
scaccerà tutte le persone malvagie dalla terra, con un soffio senza bisogno
della violenza……. Scaccerà anche quelle persone che ammazzano e che si odiano e
che sperano di essere autorizzate a un’altra forma di
eutanasia: la guerra…… Per loro basterà un soffio di Gesù e tutti saranno
spazzati via allo squillo dei suoi Angeli.
Un soffio, ecco cos’è
la vita.
Un soffio sono delle parole buone per dire “Egli asciugherà ogni
lacrima dai loro occhi e non vi sarà più morte, ne lutto, ne grido, ne pena
esisterà più…..”.
Allora vedremo Gesù
camminare sulle acque.
No, NON UCCIDERE.
Un giovanotto di Assisi, era anche il tempo di Jacopone da Todi, si gettava
su delle rose e queste ritrassero le loro spine…Perché lo fece?
Francesco disse fa di me uno strumento di pace.
Welby ha usato
INTERNET.
La rete testimone di un
suicidio.
Il caso mediatico
dell’anno. Giornali, stampa e televisione ne hanno parlato.
INTERNET non è riuscito a salvare quella vita, la rete deve salvare le
altre.
All’indomani
dell’invenzione di Marconi, l’ SOS lanciato via radio
dal TITANIC salvò numerose vite umane. Ecco uno strumento di pace, ecco a cosa
deve servire la rete.