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di Dario Villani
Sua Emittenza
Il 12 giugno 2023 è morto Silvio Berlusconi
Lunedì 12 giugno alle 9:30 si è Spento nell'Ospedale
San Raffaele di Milani
Silvio Berlusconi.
Non possiamo fare a meno di aprire una finestra
sulla sua figura, che per anni ha dominato la scena del mondo delle
comunicazioni.
E questo solo se penso che per anni, i programmi
radiofonici di emittenti internazionali quali la Voice of America o il Media
Network di Radio Nederland, non facevano altro che
parlare o del magnate australiano Ruper Murdoch o
appunto di Silvio Berlusconi.
Inizio col dire che la notizia della sua dipartita,
non ha preso per niente in contropiede giornali e stampa italiani, che in
considerazione dei diversi recenti ricoveri in ospedali, e del tipo di
malattia che il cavaliere si portava
addosso, oramai avevano di lui già pronto il coccodrillo, come si dice in
gergo giornalistico.
Ovvero tutta la cronologia della sua vita e
attività.
E' purtoppo questa una
prassi per ogni giornale, abbastanza
antipatica, ma che permette di essere pronti sulla notizia per ogni
evenienza. Tanto che ogni personaggio pubblico, ne ha uno in ogni giornale
ben organizzato. Lasciatemi tuttavia dire, che coccodrillo o non coccodrillo,
Berlusconi di tirapiedi ne ha sempre avuti a josa,
ed è purtropp il destino di ogni uomo ricco o
benestante come lui è stato.
Berlusconi si dice sia partito da zero. Ma non è
proprio così, è partito da zero per la televisione e la politica, ma in
realtà lui ha iniziato in un altro settore, parliamo dell'edilizia. Ha
iniziato come costruttore, ed è stato l'ottima riuscita del complesso
residenziale Milano 2, che gli ha permesso di reinvestire i grossi capitali
guadagnati, prima nella televisione e poi anche in politica, dove anche lì di
certo se non disponi di ingenti capitali non puoi farti una campagna
elettorale decente.
Questo dovrebbe essere un altro capitolo da aprire
intorno alla libera partecipazione democratica dei cittadini alla politica:
se vuoi candidarti devi avere i soldi per una campagna. Di conseguenza
raramente accedono alla politica chi non ha soldi.
E' risaputo invece che il mondo editoriale è sempre
stato in perdita, soprattutto per chi doveva reggersi senza un abbonamento.
Questo però è stato vero solo all’inizio. In quanto
con le modifiche alle leggi non sul canono, ma sul
“possesso” di un televisore, la RAI è rimasta titolare del controllo e le
verifiche del pagamento. Di fatti le quote derivanti dai canoni vengono
ripartiti in percentuale anche per gli operatori privati, sia TV che radio. E
non solo, spesso lo Stato interviene con ulteriori finanziamenti in favore
delle imprese radiotv, ciò che ti fa comprendere
che il canone è come se lo pagassi due volte: uno attraverso la tassa ahimè
in bolletta e l’altra attraverso le altre imposte che si pagano allo stato.
Dunque anche in questo Berlusconi non ci ha messo
solo soldi suoi, anche se oggi si dice ci sia un buco di diversi milioni che
già in passato abbia colmato lui di tasca sua e ora dovrebbero farsi carico i
figli, se lo vorranno.
Berlusconi sia da costruttore, che da imprenditore
nel mondo dei media, si avvalse dell'appoggio di Bettino Craxi.
I maligni, soprattutto in RAI, cominciarono a dire,
che per espandere il suo impero televisivo, il Cavaliere avesse iniziato a
vendere tutti i beni immobili accumulati durante il periodo che era stato
costruttore.
L'amicizia che Craxi era realmente sincera, e quando
l'operazione mani pulite, si scaraventò contro il leader socialista,
Berlusconi divenne una belva, e decise che in politica sarebbe "sceso in
campo" direttamente lui in persona.
Questa sua scelta trova però varie interpretazioni,
molti infatti dicono sia sceso solo per difendere il suo impero.
Negli anni successivi si adoperò per la
riabilitazione di Craxi, e fu vicino alla sua famiglia soprattutto ai suoi
figli.
La sua entrata in politica era a giusta ragione
vista da tutti con favore. Sia perchè difendeva il
vecchio leader Craxi, e con lui l'autorevole figura di Sandro Pertini,
socialista, che fu il presidente più amato dagli italiani. Sia perchè era un dato oggettivo che Berlusconi in quanto
imprenditore, di cose ne aveva fatto sul serio, e non a chiacchiere come
abitualmente promettevano i politici. In sostanza la gente in Berlusconi apprezava, che lui approdava in politica esattamente
all'inverso di come ogni comune politico:
Berlusconi entrò in politica , non promettendo delle
cose, ma quando determinate cose ne aveva già fatte.
E intendiamo aveva creato oltre 9 mila posti di
lavoro per le sue reti televisive, queste erano i numeri delle maestranze
impegnate, oltre giornalisti e conduttori,
e altre migliaia di persone erano state impiegate
nei gruppi finanziari attigui a Berluscioni,
Finivest, Mediolanum, altre società
e in quelle nel vecchio ramo di edilizio
Nessuno gli perdonò la cavolata del milione di posti
di lavoro, un cavallo di battaglia che utilizzò per scopi propagandistici per
vincere le elezioni.
Oltre tutto questo veniva visto di buon occhio anche
la sua posizione Super Partes rispetto alla sinistra più oltranzista, e per
questo si giovò dei consensi da tutti i leader e capi di stato mondiale, che
lo incoronarono a paladino contro il comunismo.
L’ossessione del pericolo “rosso” di Berlusconi,
trova le sue fondamenta nel primo periodo della guerra fredda, dove questo
argomento ossessionò di fatti tutto il popolo americano, repubblicani e
democratici. Non è chiaro però perché
lo sia stato osssessionato da questo problema, in
considerazione che in Italia non conviviamo
con la sinistra praticamente da sempre. E’ probabile che a queste
considerazioni di carattere paranoico ci sia arrivato proprio in
considerazione della fine dell’inchiesta di mani pulite, che per prima cosa
intendeva punire il finanziamento illecito dei partiti italiani. E’ probabile
che Berlusconi, così come Craxi, si siano chiesti:
il Muro di Berlino è caduto anche in Italia ???
Già, dopo la caduta del muro di Berlino, quali partiti
continuavano a foraggiarsi dei fondi di Mosca
Certo il comunismo ora non esisterebbe nemmeno in
Russia, ma almeno intorno al 1992 la situazione era un po’ differente.
Insomma solo dietro quest’ottica, vedo giustificata
tutta la preoccupazione di Berlusconi contro i comunisti, che in Italia a mio
avviso, sono innocui, di conseguenza anche in questo caso la sua
preoccupazione non è stata nient’altro che un’arma politica e uno strumento
di propaganda.
Il grosso interrogativo è rimasto circa l'attività
di Berlusconi nel mondo delle televisioni. Ancora oggi si è portato nella
tomba il titilo di "Sua Emittenza".
Soprattutto per il conflitti
di interesse fra la carica di Presidente del Consiglio e leader di Mediaset.
La radio e televisioni private, erano nate in Italia
a metà degli anni '70, tuttavia c'era ancora un vuoto normativo rispetto il
loro libero esercizio. Soprattutto, erano relegate a trasmettere in piccoli
bacini di utenza e non su ambito nazionale.
Berlusconi non solo nel Milan, dove fu Presidente,
ma tirò calci da tutte le parti per porre fine al monopolio nazionale della
RAI.
Nel bene e ne male, la sua riuscita fu salutata
favorevolmente da tutti, e spianò la strada anche agli altri operatori
privati.
La critiche che però si tirò addosso, non furono però di poco conto.
La gente si chiedeva se effettivamente l'esercizio
delle sue tv nazionali erano realmente una conquista per la libertà di
espressione del pensiero.
Si accorsero però dopo, che invece si trattò di
libertà di esercizio del commercio.
Ci fu un periodo che lo Stato voleva imporgli di
vendere una delle sue reti, retequattro o metterla
solo su satellite. Oltrechè lo scontro fra forze
politiche sull'accentramento del suo potere con tanti mezzi di comunicazione
fu davvero accanito. Sono noti i dibattiti accesi su questi argomenti, oltre
le sue innumerevole vicende giudiziarie, con Lucia Annunziata, Marco
Travaglio, Michele Santoro. Ma noti furono anche i duelli contro Gianfranco
Fini di cui riusci a liberarsi con una manovra da
congiura da tardo medioevo.
Berlusconi raccolse tanta pubblicità da superare i
tetti della RAI. Non solo, aprì allo spot perfino alle piccole imprese.
Infine politicamente occuppandosene
anche per la carta stampata e la radio, affermò chiaramente, che controllando
tutta la pubblicità nazionale avrebbe affamato tutta la stampa di sinistra,
lasciandola priva di fondi.
Dove stava la libertà di pensiero in tutto questo?
Studio Aperto di Retequattro affidata alla
conduzione del giornalista fuoriscito RAI Emilio Fede, era quanto di più fazioso e
poco professionali si fosse mai visto, contro ogni regola del buon gusto e
del giornalismo, di cui ne violava costantemente le tecniche anglosassoni,
per mischiare le notizie con il commento. Assolutamente non permesso in una
televisione che si rivolge a tutti.
Anche Emilio Fede, è stato un accanito combattente
del comunismo, e non gliene si può fare un torto. Proprio da corrispondente
di guerra RAI in Angola, che vedeva schierati i guerriglieri contro i
coloniali portoghesi, ebbe da scontrarsi con i guerriglieri comunisti
addestrati sul campo da Fidel Castro e dalla DDR: e secondo voi non doveva
odiare i comunisti? E’ probabile che già allora
fosse chiaro che quei paesi addestrassero perfino le BR italiane, ma nessuno lo
diceva per non creare incidenti diplomatici.
Berlusconi però dava spazio a tutti, come a un altro
fedelissimo come Maurizio Costanzo, e il suo show serale che gli portò indici
d'ascolto alle stelle.
Nessuno ha saputo dirgli quali fossero i limiti delle
linee editoriali. E di questo purtroppo, più che dare la colpa a Berlusconi,
ce la dobbiamo prendere con un vuoto normativo, che mette una commissione di
vigilanza alla RAI e non mette un controllo ai privati. Uno Stato che non è oggi in grado di intervenire
quando in un dibattito televisivo, e non si parla neppure di una tribuna
politica vedi e ascolti i conduttori Mediaset che padroneggiano il campo, e
invitano gli altri partiti o le minoranze come se fossero figuranti.
Ecco non c'è una normativa in questo, come le
partite di calcio dove ti dicono fra le due squadre, quant'è il possesso di
palla, i falli i calcio d'angolo, i tiri in porta.
Ecco partecipare a un dibattito in un programma Mediaset significa entrare
nella fossa dei leoni, senza sapere se ti daranno o meno la parola, se dalla
regia apriranno o chiuderanno il tuo microfono, se quello del tuo avversario
sarà impostato su un livello maggiore al tuo.
Se sei bello ti tirano le pietre e se sei brutto ti
tirano le pietre.
Alla fine Berlusconi, come qualsiasi altro
imprenditore italiano, abbandonato a se stesso, è sceso in campo per
difendere il suo impero.
Non possiamo dire se lo abbia fatto bene o male.
Di certo solo con la RAI avremmo continuato a
vederci dei polpettoni e delle ballerine con calzamaglie nere come quelle che
imposero alle Kessler e alla Carrà.
Ma non possiamo nemmeno dire che Berlusconi abbia
creato un impero simile solo per scopi filantropici. Questa sarebbe una vera
frottola
Era di certo una persona intelligente e brillante.
Avrebbe voluto creare una politica degli affari,
dove probabilmente aveva capito che anche se ci sono dei soldi in ballo,
quando si parte dal concetto, di costruire qualcosa insieme, ci sono i
presupposti per creare una buona amicizia con tutti. una buona amicizia e
vivere in pace voglio dire. Un concetto molto americano, ma nemmeno lontano
dalla storia italiana, dove con il commercio ha stabilito rapporti di buon vicinato con tutti.
Non voglio aggiungere altro a queste considerazioni,
solo voglio ricordare che
Mike Bongiorno fu all'inizio azionista al 50% con
lui. L'enorme numero di professionisti che riusciì
a coinolgere, dove vengono spesso narrate le sue
storiche telefonate che faceva per convincerli a lavorare con lui, mi fanno
ricordare Pippo Baudo, Carrà, Corrado,Fiorello,
Amadeus, Jerry Scotti, Paolo Bonolis, Rita Dalla Chiesa, Fede, Costanzo,
Enrico Mentana. Questi professionisti, hanno senz'altro creduto che
Berlusconi aveva delle cose da dire.
Mi auguro solo, che più che parlare di Berlusconi,
ci sia uno stato che dica a un imprenditore,
che vuole fare delle cose, quali siano le regole,
poche e semplici, non lambiccate,
perchè altrimenti è facile passare per
un acccentratore di poteri
come si è detto di lui.
e di cui non so dirvi nulla, circa il coinvolgimento
in tanti procedimenti,
e se volesse
fare solo business o essere un accentratore di poteri.
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