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di Dario
Villani
Più della Roccella, Barbero e Ovsjannikova
IL BOOK-TOK -
Protagonista al Salone del Libro a Torino
TESTO DELLA TRASMISSIONE DEL 24 MAGGIO 2023
Trovandoci
in prossimità del Salone del Libro di Torino, vogliamo dedicare spazio a quello
che è il media di comunicazione e cultura per eccellenza, aprendo una
finestra su tutte le problematiche correlate.
Innanzitutto non è vero che non si legge più a causa
delle nuove tecnologie. Anzi è un esercizio migliorato, perchè si è obbligati
a farlo dallo smartphone o dallo schermo del PC. Quindi si legge da facbook,
da istagram, dai siti di giornali e di cultura. Anche se soprattutto le
piattaforme social ci fanno tornare indietro nel tempo, e dove per
comunicare, anzichè scrivere si manda una fotografia, un disegno o come nella
preistoria un graffito, mentre forse non sarà da
escludere un ritorno alla tradizione orale
Purtroppo è il come si scrive, che non sempre è
brillante. Sembra evidente che molti abbiano litigato con la grammatica italiana.
Diverso quando invece appaiono post scritti da personaggi autorevoli:
scrittori, giornalisti, uomini politici, personaggi del mondo della cultura e
dello spettacolo. Allora ci troviamo difronte al bel leggere,
l'orgoglio di vedere uscire lo scritto direttamente dalla sua fonte, e
soprattutto la possibilità di poter interagire con lo scrittore.
L'interazione è senz'altro la principale opzione dei
social media. E' anche quello che ci fa essere ad armi
pari. Oltre che lo scambio di idee, favorisce la crescita culturale.
Le piattaforme social e il cellulare, hanno inoltre
fatto definitivamente decollare, quello che fino a pochi anni fa si credeva
impossibile: il famoso E-Book.
Uno strumento denigrato, snobbato.
Ora non è necessario comprare un dispositivo a parte
per poter scaricare un libro elettronico, ma con un' app, puoi ritrovartelo
direttamente sul tuo cellulare.
Ecco ad esempio alcune delle app per Android
disponibili sul PlayStore della Google, e dedicate alla lettura degli ebook:
Kindle
eBook Reader
Google Play Libri
LaFeltrinelli Kobo
Tolino eBook Reader
E infine l'app "My Books", semplice da
usare e ricca di funzionalità interessanti. Con oltre 50.000
titoli disponibili, tra i quali grandi classici, best-seller, e
oltre 5.000 audiolibri.
Cambia evidentemente il rapporto fra lettore e libro
come oggetto. C'è chi preferisce avere ancora
fra le mani un oggetto da sfogliare. E infatti la crisi delle librerie
tradizionali, entra in contraddizione nelle stazioni ferroviarie e negli aereoporti,
dove sono ancora floride, e dove ancora la gente compra libri e giornali per
poter leggere durante il viaggio.
Sembra una vana considerazione, ma i tempi di un
viaggio normale non aiutano più, visto che la percorrenza di un viaggio si è
notevolmente abbreviata, a causa dei treni ad alta velocità e degli aerei
sempre più veloci.
C'è forse da dire che ciò che ostacola veramente la
lettura, è la vita di corsa e frenetica che facciamo tutti i giorni. E che
ostacola anche la fantasia e l'immaginazione, la meditazione, che scaturisce
dalla lettura di un buon libro.
Recarsi in una libreria, frugare fra le pile di
libri, farsi accattivare da una copertina allettante, trasformare tutto
questo, in un'azione sociale, visto che recarti di persona
in uno "store" puoi trovare gente e parlarci, anche
questo è cambiato. Con un click vai su Amazon e compri on line il titolo che
ti interessa. Se invece ti stufi perfino di leggere, oppure hai dei problemi
visivi, c'è AUDIBILE, che il libro te lo fa leggere da uno speker o un attore
professionista.
Intelligente è la gestione delle sempre più numerose
librerie che promuovono incontri, tavole rotonde e dibattiti con gli autori.
Le cose sono cambiate anche per chi scrive.
Immaginare un personaggio come Camilleri, seduto al bar con la sua lettera 32
scrivere, i suoi affascinanti romanzi, è ormai divenuta una cosa d'altri
tempi.
Infatti vista la penuria di editori disposti a
investire sul successo di uno scrittore, ora sono gli scrittori stessi, che
anzichè rivolgersi a loro, si autoproducono. E sempre on line, esistono delle
case editrici, che più che altro sono case tipografiche, che ti stampano il
libro in tuiratura limitata. In modo che tu possa venderlo a poco alla volta.
Ecco forse non bisognerebbe nemmeno parlare di crisi
del libro, ma di crisi del settore tipografico.
Con buona pace delle foreste, visto che si riduce
l'abbattimento di alberi per produrre carta, e si va sempre verso il
reciclato.
L'editoria tradizionale resiste ancora nel campo
scolastico e universitario.
Benchè i dispositivi per la lettura degli e-book,
consentano di fare tutto ciò che prima facevi su un libro tradizionale. Cioè
sottolineare dei passi, fare delle annotazioni.
Diciamo che sotto il profilo economico,
sull'editoria scolastica si regge, tutta l'editoria nazionale. In quanto per
motivi di studio, i ragazzi, gli studenti, hanno l'obbligo di comprare quei
libri in cartaceo, e ciò fa aumentare il conto in banca degli editori. E
nulla di male se investono per promuovere gli altri scrittori.
Tuttavia ancora non si comprende perchè, una
sperimentazione avviata oltre 20 anni fa, per alleggerire l'appesantimento dei zaini scolastici, soprattutto dei ragazzi delle medie,
non trovi ancora una soluzione. Tanto più che in quella fascia di età è causa
di scoliosi. Argomento correlato a questo, l'uso di testi che cambiano ogni
anno, quando in passato in una famiglia, su un libro studiavano 4 fratelli e
non dovevi ricomprare ogni anno.
Una delle principale cause del basso indice di lettura
è probabilmente anche l'incapacità degli scrittori di attirare attenzione e
promuovere i propri libri.
Anche le terze pagine dei giornali sono decisamente
povere in Italia di recensioni o critiche letterarie.
Bisognerebbe confrontare gli spazi dedicato alla
cultura fra i principali quotidiani italiani, La Stampa, Il Corriere della
Sera e Repubblica, con quelli che sono capaci di pubblicare in Germania o in
Francia, dove un quotidiano arriva a stampare fino a 60 pagine al giorno.
In questo senso c'è una innovazione tecnologica che
sta spopolando sui social.
Si chiama “Booktok” e riguarda le recensioni
di libri fatte su TikTok. Una realtà nata durante il primo periodo di
pandemia, nel 2020, che sta aiutando parecchio
l'editoria e che sta avvicinando i giovani alla lettura.
"Booktok" ha raggiunto livelli di
popolarità altissimi con video visti 93 miliardi di volte. Molte librerie
hanno creato una vera e propria sezione apposita che non consiglia solo libri
digitali, ma cartacei, aiutando quindi l'editoria classica.
Il Salone del Libro in quanto evento mediatico, ha
una peculiarità molto importante. Mette sotto i riflettori di stampa, radio e
televisione le problematiche legate al libro e alla cultura.
Nel senso che tutti ne parlano.
Suonare la grancassa, in questo caso è quanto mai
utile.
In considerazione che quasi sempre, la situazione
economica di uno scrittore, ieri come oggi, rimarrà quasi sempre uguale.
Ovvero un conto in banca quasi sempre prosciugato. E sostegno economico da
parte delle istituzioni, quasi sempre zero,
Il libro è però una delle massime espressioni di
libertà del pensiero.
E forse gli eventi verificatesi durante questa
edizione del Salone di Torino, hanno finito proprio per raggiungere
l'obbiettivo di amplificare l'interesse intorno al libro.
E si parte dalla politica.
Dalla contestazione della ministra Eugenia Roccella,
che a Torino si era presentata per presentare il suo libro "Una Famiglia
Radicale". La ministra è stata contestata da un gruppo di studentesse,
che apparterrebbero al gruppo "Extinction Rebellion", che non hanno
consentito alla ministra di esprimersi. Questa azione è stata considerata
gravemente estremista, proprio dalla ministra, che invece avrebbe voluto
confrontarsi con le studenti, e che di fatti ha
chiesto che nessuna di loro venisse portata via. C'è tuttavia da rilevare, che la Roccella, sia per la carica che
riveste, sia per appartenere a un gruppo politico che ha facoltà di
esprimersi dalla RAI e dalle reti Mediaset, gode già di tutta la visibilità
possibile e immaginabile, e sfrutta perfino la cosiddetta informazione
istituzionale, a differenza del gruppo che l'ha contestata, a giusta o non
giusta ragione. Oltre che, si potrebbe dire che la sua visione, di riportare
l'Italia a prima dell'aborto, potrebbero essere considerate realmente
estremista, in quanto contro una legge dello stato e passata addirittura con
un referendum popolare.
La vera protagonista a Torino è stata invece Marina
Ovsjannikova, la giornalista dissidente russa che ha dichiarato che "La libertà mi è costata cara, la mia
Russia è tornata all'epoca di Stalin". La Ovsjannikova è stata il primo
vero simbolo della dissidenza verso la guerra d'invasione di Putin, la
giornalista Marina Ovsjannikova con il suo cartello "No War"
sventolato in diretta sul telegiornale nazionale divenne l'immagine del
popolo russo in rivolta contro la propaganda filo-putiniana. Ospite al Salone
del libro di Torino ha raccontato quanto le è costato esprimere liberamente
il suo pensiero.
"Il Salone del Libro non è della
politica", lo ha detto Nicola Lagioia,
scrittore e direttore uscente del Salone del Libro, che ha invitato la
politica a non appropriarsi di questa manifestazione dopo una edizione da
record di visitatori e vendite, mentre i politici, ha detto Lagioia, hanno
portato il dibattito a un altro livello. "Chi cerca di dare etichette al
mondo dei libri e di polarizzare così la discussione, non ha capito niente
del mondo dei libri e della cultura. Il Salone del Libro è di tutti, è di
proprietà di privati e il programma è organizzato con le case editrici che
partecipano. "Cosa dovremmo fare: chiedere all'ingresso per chi
votano?" ha aggiunto Lagioia.
E forse ha ragione lui, anche se uno sguardo alla
storia, occorre pur darlo, con un occhio alla notte dei cristalli.
Grosso risalto c'è stato anche per la presenza di
Alessandro Barbero al Salone del Libro, col suo nuovo romanzo "poca
Storia e tanto sesso".
Daria Bignardi ha dialogato con l'autore e ha
ironizzato sulla possibilità che il libro concorra al premio Strega del
prossimo anno: "E' il libro dell'anno, ma non so se ti ci vedo come
candidato" ha detto la giornalista.
Lo storico Alessandro Barbero, abituale
collaboratore del canale RAI Storia, è stato sicuramente il momento più
ricercato dai visitatori al Lingotto, e infatti alla presentazione del suo
libro c'era una fila lunghissima di pubblico.
Anche in questo vi accorgete di quanto cambino
assolutamente le caratteristiche di promozione della cultura offerte dai new
media, rispetto al mancato accesso alle reti private e pubbliche.
Su YouTube, trovate una marea di canali dedicati
alla Storia, e fra i quali ultimamente si è andato affermando il canale
"Vanilla Magazine" dello storico Matteo Rubboli, che allo scritto
ci è approdato esattamente al contrario. Ovvero prima col suo canale, che
oggi conta 349 mila iscritti e poi di recente ne ha fatto una rivista in
edicola.
Ditetimi voi se i new media, non promuovono la
cultura. E se tutto ciò non serve a stimolare la competitività.
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