Regione Campania
Autori e interpreti: |
La nostra Regione è uno
dei territori più fortunati del Paese, non a caso già gli antichi romani la chiamarono “Campania Felix”.
Nel corso degli anni,
pur soggiogata da numerose dominazioni straniere, gli abitanti di questa Regione, hanno saputo assorbirne le loro culture, tanto
che agli inizi dell’800 il Regno di Napoli e delle due Sicilie era considerato
uno dei principali Stati d’Europa, e con loro intratteneve relazioni
non solo diplomatiche, ma di veri e propri scambi culturali. La sorte ha voluto, che non solo le dominazioni ma anche talvolta le
catastrofi, sono state delle pietre angolari per questo popolo. Le
eruzioni del Vesuvio tra il ‘700 e ‘800 portarono a visitare Napoli e la Campania
numerosi uomini della cultura stranieri come Goethe e Cook.
Il sole, il mare, il
clima mediterraneo, l’eterno ottimismo della popolazione, in grado di sorridere
e risollevarsi anche da situazioni di precarietà, hanno fatto di questa terra
il crogiolo della cultura in tutti i sensi e in tutte
le espressioni. Musica, teatro, letteratura, politica: in ognuno di questi
campi, questa Regione ha dato un forte contributo
umano e ha arricchito non solo se stessa ma tutta l’Italia.
Nel campo della
politica potremmo ricordare che Enrico
De Nicola, napoletano, fu il primo Presidente della
Repubblica, ma ce ne sono stati altri due non meno importanti, come Giovanni
Leone (già noto come grande avvocato, alle sue arringhe correva il popolo ad
acclamarlo!) e l’attuale Giorgio Napolitano.
Nel mondo della
cultura potremmo ricordare personaggi come Benedetto
Croce, padre delle filosofia moderna che a Napoli visse
e compì i suoi studi. Altri nomi spesso dimenticati della storia, come Torquato Tasso
o come Ferdinando Russo, Salvatore Di Giacomo, o coloro invece
che da noi furono solo di passaggio come Giacomo
Leopardi.
Grandi nomi dello
spettacolo, hanno fatto grande questa Regione.
Bisognerebbe partire da Enrico
Caruso, che negli anni bui delle emigrazioni per le Americhe, grazie alla
sua voce, tenne ben saldi gli emigranti alle loro
tradizioni e alle loro radici. Vale la pena ricordare nomi come Sofia Loren. Con le sue interpretazioni
cinematografiche di verace napoletana, ha reso simpatici i napoletani in tutto
il mondo. Il suo contributo al cinema internazionale è stato determinante
e non di poco conto. Resteranno per sempre memorabili le sue
gag con Marcello Mastroianni o con Vittorio De Sica.
Le opere teatrali di Eduardo De Filippo,
hanno invece tradotto il dramma di un popolo napoletano spesso abbandonato dal potere
e dalle istituzioni, sempre in situazione di estrema povertà e precarietà. La sapiente opera di De Filippo, nel raccontare situazioni
difficili in modo tale da poterci anche ridere sopra, ha reso non solo noto al
grande pubblico i problemi della società locale, ma ne ha dato spesso anche la
soluzione. I film che vediamo oggi al cinema, non hanno la stessa capacità di
raccontare come faceva De Filippo o come anche il principe Totò ha fatto dopo.
In un certo senso c’è
un certo collegamento con il mondo della canzone, quello di protesta che spesso
ricorda le contraddizioni di questa Regione, e qui ricordiamo Pino Daniele, Edoardo e
Eugenio Bennato, la Compagnia di Canto popolare con De Simone e Peppe Barra. Sono solo canzonette, dice Bennato,
oppure ricorda “L’isola che non c’è”. I loro testi le
loro canzoni, si sono affermati in tutta Italia e hanno fatto epoca. Bennato si
è rifatto alla musica rock inglese e americana, raccontando però le aspettative della nostra Regione.
Se ci fosse una
cerimonia inaugurale per le Olimpiadi della Cultura, sfilerebbero tutti con la
bandiera italiana!, ma sono tutti “campani”:
Enrico De Nicola, Giovanni Leone, Giorgio Napolitano, Gerardo
Marotta, Massimo Troisi, Giiuliana e Teresa De Sio, Pino Daniele, Ferdinando Russo,
Eduoardo,Peppino
e Tina De Filippo, Antonio De Curtis, Sofia Loren, Massimo Ranieri,
Mario Merola, Gigi D’Alessio, Anna Tatangelo, Benedetto Croce, Diego Armando
Maradona, Enrico Caruso, Roberto Murolo, Roberto De Simone, Peppe Barra,
Salvatore Di Giacomo, Torquato Tasso, Gian Lorenzo Bernini, Fabio Cannavaro, Massimo Troisi, etc, etc.
Ognuno di noi
contribuisce a rendere grande un paese, e in tal senso occorre ricordare che
anche ogni singola città, o capoluogo di questa regione offre il suo proprio contributo a rendere grande tutta l’Italia.
Le cinque province
della Campania
Parliamo di Salerno, che in pochi anni ha
ingrandito il suo scalo portuale diventando uno dei principali d’Italia. La città ha
diversi punti di attrazione come la Costa Amalfitana
(affianco “La Ciurma” a Vietri sul Mare), il Parco Nazionale del Cilento e gli
Scavi di Paestum (città della Magna Grecia), la splendida Certosa di Padula. E’
un fervente centro culturale. E anche qui Chiese e monumenti, come l’Abazia di
Cava de’Tirreni, che insieme a quella di Cassino
conserva una delle più antiche biblioteche del mondo. Per quanto riguarda
l’economia, la provincia detiene diverse industrie specie del comparto
conserviero.
Benevento, città che conserva
ancora l’Arco di Traiano con alcuni aspetti paesaggistici di altissimo
valore. Tutti conoscono le sue antiche origini legate alla battaglia romana di
Maleventum.
Avellino, sconvolta dal
terremoto ’80, è risorta più bella che mai ed ha le più belle chiese della
Regione. Ricordiamo ad esempio il Santuario Benedettino di Montevergine.
Bellezze come il Terminio o Laceno sede di stazioni per gli sport invernali.
Attenzione, a dispetto delle dicerie che al Sud c’è sempre il Sole, in
provincia d’Avellino, in inverno, spesso c’ è anche mezzo metro di neve! E’
anche la città del torrone e del cioccolato.
Caserta e la sua Reggia è conosciuta in tutto
il mondo, anni addietro ha ospitato il G8 con la presenza di tutti i maggiori
capi di stato del mondo. Il Giardino inglese raccoglie una vastità di alberi e piante da fare invidia a Versailles.
Interessante il centro medioevale di Caserta Vecchia.
Napoli, la perla del Mediterraneo, è la più bella e cantata nel mondo. Sul
mare luccica astro d’argento….Santa Lucia……… Chiese, musei, Palazzo Reale, Capodimonte,
Posillipo e Marechiaro: i turisti rimangono a bocca aperta. Vedi Napoli e poi
muori, ma per molti la nostra bella città è ossigeno senza il quale non si può
vivere.
Testo: Assia Villani jr.
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