RADIOMAGAZINE AWR del 31 marzo 2002
Salve amici al microfono Dario Villani …
Salve amici al microfono DV.
Ci sono voluti 50 anni dalla fine della
seconda guerra mondiale, per veder in Italia introdotto nelle università un
corso specifico di laurea in giornalismo, la tabella delle lauree è stata
aggiornata infatti solo nel 1994. Meno di 50 anni per vedere che almeno due
reti del servizio pubblico, RAI News e Rai Educational, venissero dedicate esclusivamente ad informazione e all’educazione.
Ma cerchiamo di fare il punto della
situazione con RENATO PARASCANDALO direttore di RAI Educational.
Dott.Parascandalo, direttore di RAI
Educational, negli anni ’50 ed anche prima, sono partite le radio università
negli USA, l’E-learning agli albori, la radio per l’insegnamento a distanza,
adesso c’è RAI Educational, noi siamo arrivati un po’ in ritardo rispetto agli
altri Paesi?
Beh si, anche perché la configurazione
geografica è diversa da grandi Paesi come Canada, Australia o USA, dove esisteva
il problema di raggruppare nello stesso
luogo gli alunni. E ciò nonostante, mi sembra abbiamo recuperato abbastanza
bene. Abbiamo creato in Italia una rete che attualmente coivolge 7000 edifici
scolastici su 10500, che sono in
Italia; quindi non c’è Paese o quartiere o città, dove non ci sia una sala
attrezzata per ricevere col decoder digitale
i programmi di RAI Educational, e che non abbia accanto una stazione
INTERNET per poter interagire coi
docenti televisivi. Quindi abbiamo creato un sistema che si chiama RAI LAB, che
non è soltanto un canale televisivo dedicato alla formazione a distanza, ma è
un vero e proprio sistema di apprendimento, che comprende le diverse modalità
di formazione a distanza. Cioè la formazione a distanza per molti anni è stata
fatta come alternativa alla formazione in aula, poi chi ha fatto la formazione
visiva come il consorzio “Nettuno”, l’ha fatta in alternativa alla formazione
on line; chi fa la formazione on line, la fa in alternativa a quella in
presenza e a quella televisiva; ecco noi abbiamo creato un sistema dove si possono utilizzare le diverse
modalità di formazione, compreso anche la formazione in aula. Cioè i nostri
7mila centri pubblici di ascolto installati nella scuole, hanno ciascuno un
tutor di sostegno, che spesso è un insegnante della scuola, che aiuta i
corsisti ad approfondire i temi emersi dalla lezione televisiva, li aiuta a
scaricare da INTERNET le dispense e le esercitazioni e alla fine del corso li
aiuta anche a fare la certificazione.
Attualmente si parla delle concessioni a
Rete4, interdette un po’ a trasmettere (nella piena legalità)… come giudica il
ruolo degli altri media, al di là dell’informazione pubblica a proposito della
cultura, cioè si trasmette esclusivamente entratainement, mentre potrebbero
fare qualcosa di più anche loro?
E’ chiaro che il servizio pubblico ha il
dovere e l’obbligo di fare RAI Educational, servizi eduacativi. Le televisioni
commerciali non hanno questo obbligo ed è anche comprensibile che non
perseguano questi obbiettivi, che dal punto di vista commerciale non sono
immediatamente remunerativi. Anche se
poi io ritengo che la formazione a distanza e tutto quello che si può fare
attraverso i nuovi media, come trasmissioni di sapere e conoscenza e non solo
di intrattenimento culturale, o semplicemente intrattenimento, possa in futuro
rappresentare anche un business, perché la formazione nei prossimi anni sarà la
struttura del nuovo welfare. Fino ad oggi abbiamo avuto un welfare fondato sul
risarcimento, quindi cassa integrazione, pensioni d’anzianità, la sanità
gratuita, tutto questo è giusto che resti e sono conquiste sociali importanti,
a questo manca la scuola, la formazione
permanente. Ecco il nuovo welfare sarà poggiato sulla formazione, sulle
opportunità che saranno date a ciascun cittadino di poter fare la sua scalata
sociale, e questo lo può dare solo la formazione.
Potrebbero fare qualcosa di più per la
cultura anche i giornali?
Non credo che i giornali nazionali
italiani trascurino la cultura, non dobbiamo dimenticare che abbiamo una scarsa
quantità di lettori di quotidiani ma ciò non vuol dire che la qualità dei
quotidiani italiani sia scarsa.
Diciamo che i giovani leggono
soprattutto al computer…
Si, naturalmente perché sono di più
facile accesso, perché sempre più
giovani preferiscono i newmedia ai media tradizionali. Io sono del
parere che non bisogna mai mettere in concorrenza i media fra di loro, è una
sciocchezza. Ogni nuovo media ha cercato di inglobare quello precedente, la
radio ha cercato di inglobare il teatro col radiodramma e il varietà, il
giornale col giornale radio, la televisione ha cercato di inglobare tutto
compreso la radio, INTERNET cerca di inglobare tutto compreso la televisione,
ma non ci riesce…
Ecco possiamo dire qualcosa proprio circa
i programmi educativi alla radio…
Si, noi trasmettiamo attraverso
GR-Parlamento, le interviste della filosofia. C’è un programma che si chiama
l’universo della conoscenza, che trasmette integralmente per diverse ore la
settimana, le interviste dell’enciclopedia multimediale delle scienze
filosofiche, credo ne abbia trasmesso circa 300 ore fino ad oggi. Facciamo anche un’altra trasmissione, almeno la facevamo
fino l’anno scorso, che era una trasmissione di filosofi che parlavano in diretta con gli ascoltatori
su un determinato tema.
E RAI EDUCATIONAL non sarebbe, se non per
l’opera di Gerardo Marotta, napoletano, presidente dell’Istituto Italiano per
gli Studi Filosofici.
Tutte le vie sono buone per ricondurre i
giovani alla riflessione, in questo momento
in cui l’epoca sembra voler allontanare i giovani dalla riflessione,
dalla filosofia. Per Giordano Bruno non solo abbiamo fatto molte trasmissioni,
ma addirittura abbiamo pubblicato in Francese le opere italiane complete,
adesso stiamo traducendo in francese, le opere latine di Giordano Bruno e così anche altri importanti classici.
Giordano Bruno lo abbiamo tradotto in Cinese, in Giapponese. Le nostre lezioni
dell’enciclopedia delle scienze filosofiche, l’UNESCO le ha tradotte perfino in
Coreano. In Italia la filosofia c’è ancora, anche se da più parti la si
vorrebbe togliere dalla scuola. Invece purtroppo in tutti gli altri Stati europei la filosofia è stata tolta dalle
scuole. In Francia è ridotta all’ultimo anno del liceo, lo stesso in Spagna
dove invece prima la tradizione era fortissima della filosofia nei tre anni di
liceo. In Austria pure sventuratamente è stata eliminata, in Germania la
filosofia è facoltativa solo in alcuni istituti e così anche in Inghilterra non
esiste l’insegnamento della filosofia nelle scuole superiori. Nella sostanza
RAI Educational è l’unica che segue un filo corretto chiamando i più grandi
maestri del pensiero.
A questo punto abbiamo due brevi notizie.
TECNOLOGIA () -- Si è svolta ad Hannover dal 13 al 20 marzo scorso il CeBIT, una delle fiere
sulle innovazioni tecnologiche più grandi
del mondo.
All' appuntamento hanno partecipato 8.152 aziende, provenienti da 58 Paesi
diversi, le cui novità e i cui cambiamenti influenzeranno il prossimo anno
tecnologico.
Particolare attenzione
verso i telefoni cellulari di nuova
generazione e a come sfruttarli in pieno, per esempio per prenotare ristoranti,
acquistare biglietti del cinema o del teatro.
In larga considerazione
anche la possibilità di inviare i messaggi multimediali, quelli che
permetteranno di inviare grafiche e anche video insieme ai messaggi di testo
SMS.
Forte rilievo anche
verso la sicurezza informatica,
minacciata così spesso da virus e bug
altamente "contagiosi".
L’OSSERVATORIO
VESUVIANO ON LINE
E’ stato presentato di recente il nuovo
sito web dell’Osservatorio Vesuviano. Il sito affronta varie tematiche legate
allo studio dei vulcani e dei terremoti, andando affondo a quelle che possono
essere le preoccupazioni per una eventuale eruzione del Vesuvio. Sugli scenari
di una prossima eventuale eruzione è dedicato un intero e rabbrividante capitolo. Di particolare
interesse, oltre tutta la storia dettagliata delle eruzioni vesuviane, dal 79
d.C. all’ultima del 1944, l’immissione in rete di tutti i dati aggiornati ogni
40 secondi, quindi in tempo reale, degli eventi sismici registrati dall’Osservatorio. Interessanti anche i link
con tutte le massime organizzazioni di ricerca mondiali. Come pure interessante
il sorvegliamento del vulcano a mezzo di 25 satelliti GPS. Ci sembrano invece
insufficienti le informazioni a proposito del piano di protezione civile in
caso di eruzione. Il più attivo vulcano
d’Europa è monitorato giorno e notte, dice soddisfatto Giovanni Macedonio nuovo
direttore dell’Osservatorio, peraltro moderatamente gratificato per l’attuale
rete di sorveglianza costuituita da oltre 15 simografi in tutta l’area e per i
mezzi tecnici messi a disposizione dal governo. Sul sito web naturalmente poi
ci sono tutti i dettagli sul museo dell’osservatorio e su come poterlo
visitare. E non vi resta altro che andare al sito www.osve.unina.it
Oggi lanciamo un sondaggio rivolto a
tutti gli ascoltatori, come pensate che la nuova tecnologia di trasmissione
digitale applicata alla radio, nota con la sigla DRM Digital Radio Mondiale,
possa cambiare il mondo delle onde corte, fateci sapere la vostra opinione
scrivendo alla AWR Europe CP 383 47100 Forlì,o inviando una e-mail
all’indirizzo europe@awr.org o telefonando allo 0543-766655. E su questo
tema ascoltiamo subito il parere autorevole di Paolo Morandotti da Milano,
vicesegretario dell’European DX Council.
Io sono favorevole a qualunque tipo di
progresso che porti un miglioramento al segnale in qualunque area del mondo.
Credo che questa sia un’ottima innovazione, soprattutto se riuscirà a dare alle
onde corte quella qualità audio che finora non hanno avuto. Penso anche che in
questo modo si possano ridurre le potenze di emissione e diminuire anche le
frequenze utilizzate, e quindi avere anche quei riparmi economici che sono
stati la causa di tanti tagli dolorosi di trasmissioni negli ultimi tempi.
Penso invece al fatto che una trasmissione digitale sicuramente dà una qualità
migliore. Ora uno dei probleimi grossi, che ci sono nella radiodiffisione
internazionale, è che la gente è sempre meno abituata o ha sempre meno voglia
di ascoltare trasmissioni disturbate da frusci, evanescenze e cose di questo
tipo. Invece penso che con queste evoluzioni si possa ancora garantire
un’ottima fruizione delle informazioni, paragonabile a quella che possiamo
avere oggi col real audio, o forse meglio, ma con la portabilità degli apparati
radioriceventi, che sicuramente è un valore aggiunto per la radio che non può
essere sostituito oggi come oggi da INTERNET.
Ed ora andiamo al Sud, per conoscere da
Giovanni Sergi, i dettagli dell’ultima edizione del bollettino edito dal Gruppo
d’Ascolto Radio dello Stretto.
Si volentieri. SI tratta di un numero
questa volta abbastanza corposo che consta di ben 48 pagine, pensate in formato
grande, come al solito con la copertina a colori. Ed è veramente splendida
soltanto guardandola. E’ raffigurata la cartolina QSL a colori della RADIO
SANTEC, che è una emittente religiosa che trasmette dalla Germania anche in
Italiano. Poi c’è un’altra foto meravigliosa a colori, che vede l’antenna di Radio
Montecarlo. Riguardo i contenuti posso dire che per i titoli in copertina,
Radio Nacional unisce le due sponde della Manica, si tratta di una emittente
per gli ascoltatori olandesi e belgi che tramite una stazione della BBC
trasmette per il Belgio e l’Olanda in Onde Medie su 1296 kHz. Poi c’è la
seconda parte della VO Tibet, una clandestina che si batte per preservare la
cultura tibetana sia nel Paese che all’estero. Poi c’è un altro servizio su
Radio Africa International, per una più corretta informazione dice qui la
titolatura, e questa emittente trasmette tramite R.Austria. E questi sono i
titoli che appaiono in copertina.
Vogliamo svelare qualche dettaglio di
come si lavora nel tuo gruppo in redazione?
SI, è una piccola redazione come ce ne
sono tante, con me che faccio tutto, impagino, stampo, redigo insomma coordino.
Dietro a questo prodotto finito che vedono tutti e apprezzano, c’è un grosso
lavoro, traduzioni dall’inglese, francese, spagnolo, spesso prendiamo pezzi da
INTERNET, foto e poi riversare, stampare, impaginare, è un lavoro impegnativo.