CONCLUSIONI
Allora il radioantismo in Italia gode di
buona salute, ma non lo sa. E soprattutto non lo sanno le numerose
emittenti radiofoniche internazionali,
che non hanno mai pensato a delle trasmissioni in Italiano. Non hanno mai pensato
ad una buona pubblicità sui giornali, per farsi conoscere e per far sapere che
esistono, per invogliare gli ascoltatori a seguirle. E’ ancora un mistero del
perché grosse emittenti statali, come la radio tedesca o anni a dietro la Voce
dell’America e la BBC, abbiano voluto restare nell’anonimato, mentre oggi
INTERNET vuole arrivare a tutti. I dati di FEDERCOMIN, la Federazione di
Confindustria che riunisce tutte le aziende italiane nel settore delle
telecomunicazioni, radiotelevisione ed informatica, riferisce che quasi l’80%
degli italiani usa INTERNET.
Non si è mai pensato che un programma
Italiano, nel momento in cui è finita la propaganda per l’Est e la guerra delle
onde, può essere un veicolo per rinforzare i vincoli di amicizia fra Paesi. Può
essere importante per gli scambi culturali, per il turismo e per mille altre
cose. Può essere anche un mezzo democratico per migliorare Italia e italiani,
in un Paese dove i partiti politici controllano stampa e media e dove se non
hai la tessera di qualche partito non puoi fare il giornalista. L’Italia solo nel 1994 ha introdotto la laurea in
giornalismo, e fino al 1996 non
prevedeva copertura previdenziale per i giornalisti pubblicisti, trattati
peggio di un qualsiasi “idraulico”: come non ricordare il giornalista Siani del
“Il Mattino”, morto in un agguato della
camorra, che lavorava senza copertura assicurativa. In discussione anche
l’obbiettività dell’informazione in Italia dove il TG2, il principale giornale televisivo
della RAI, si confonde con la rubrica di Costume e Società, e dove ben poca
informazione viene dedicata ai problemi della gente: disoccupazione, mafia,
cattivo funzionamento del sistema sanitario e il sociale. Perfino la cultura,
ha avuto in Italia la sua giusta collocazione, soltanto da pochi anni, con la
creazione del canale tematico “RAI Educational”.
Attualmente insomma, nonostante le grandi
potenzialità delle grandi tecnologie, INTERNET e satelliti, sono poche le
emittenti internazionali che pensano agli italiani. Fa eccezione ad esempio il
sito in italiano della CNN di Atlanta. Anche l’Italia è investita dalle
piattaforme digitali, con centinaia di offerte radiotelevisive, ma
l’informazione obbiettiva è ancora lontana dall’essere un costume italiano.
Dario Villani